Un antico detto napoletano recita “Va’ a vasà ‘o pesce ‘e San Rafele”.
La storia narra che il giovane Tobia era partito per riscuotere un debito per conto del papà Tobiolo, ormai divenuto cieco
durante il viaggio il giovane fu accompagnato dall’arcangelo SAN RAFFAELE che lo aiutò a catturare un grosso pesce, il cui fiele sarebbe servito a curare la malattia del padre.
Ma fece anche in modo di far incontrare a Tobia la sua futura moglie, Sara.
San Raffaele viene spesso raffigurato con un pesce accanto ai sui piedi ed è così che possiamo ammirarlo anche in una statua nella chiesa a lui dedicata nel rione Materdei
È usanza per le giovani donne del quartiere, che vogliono trovare un compagno, fare vista al santo nel giorno della sua ricorrenza, il 24 ottobre, e baciarne il pesce…
Si narra che anche la prima moglie del re Vittorio Emanuele II abbia fatto ricorso a questo rituale.
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